Bonus bimbi 2025: ecco le ultime novità!
Una delle priorità sociali ed economiche del nostro Paese è legata alle agevolazioni destinate a mitigare il calo della natalità. Per contrastare l’inverno demografico che ormai da anni interessa l’Italia sono state messe in campo diverse misure di sostegno alle famiglie i cosiddetti bonu bimbi. E da quest’anno c’è una novità: il Bonus Bebè 2025.
Chiamato anche Bonus Nascita 2025, va ad aggiungersi ad altre misure complementari, come l’Assegno Unico Universale e il Bonus asilo nido. Leggi nel nostro articolo di cosa si tratta, chi ne ha diritto e cosa comportano i recenti aggiornamenti per chi vuole richiedere il Bonus Bebè.
Bonus Bebè 2025: torna il contributo per i nuovi nati
La vitalità di una nazione passa per tante variabili differenti, tra cui il ricambio generazionale. Poiché l’Italia è notoriamente uno dei Paesi al mondo con un’aspettativa di vita più alta e una popolazione molto anziana, attualmente ferma a crescita zero, per investire sul futuro è necessario sostenere chi decide di avere figli.
Il Bonus Bebè, introdotto per la prima volta nel 2003 e poi messo in stand-by, puntava proprio a diventare un incentivo concreto alla natalità. Nel 2022 avevamo però assistito a una piccola rivoluzione, culminata nel cosiddetto Assegno unico universale, nato per accorpare:
- Bonus Bebè
- Bonus Mamma Domani
- Assegno per le famiglie composte da almeno tre minori
- Assegni familiari per le famiglie
- Detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni
La legge di bilancio 2025 ha però reintrodotto un extra che sarà molto apprezzato: il Bonus Bebè 2025 (o “Carta per i nuovi nati”). Si tratta di un bonus una tantum pari a 1000 euro erogato per ogni figlio nato o adottato quest’anno. L’Esecutivo ha stanziato 330 milioni di euro per il 2025, ma prevede di innalzare le risorse a 360 milioni di euro per l’anno prossimo.
Come funziona il Bonus Bebè
Possono accedere al Bonus Bebè 2025 solo le famiglie con ISEE inferiore a 40.000 euro. A tal proposito, l’ISEE viene calcolato al netto dell’Assegno Unico Universale, che resta in vigore anche quest’anno. Il contributo per le nuove nascite viene corrisposto il mese dopo la data di nascita o adozione ed è escluso dalla formazione del reddito complessivo ai fini fiscali.
Possono ricevere il Bonus Bebè i genitori residenti in Italia che appartengono a una delle seguenti categorie:
- Cittadini italiani o di un altro Paese europeo
- Familiari dei cittadini europei con diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente
- Cittadini non europei con permesso di soggiorno UE per lungo periodo, permesso unico di lavoro o permesso di soggiorno per motivi di ricerca
Come fare domanda per il Bonus Bebè 2025
Al momento non sono state ancora specificate le modalità per richiedere il Bonus Bebè 2025: possiamo ipotizzare però che funzioni come per l’Assegno Unico Universale e che la domanda vada presentata direttamente sul sito INPS. L’accesso al sito è possibile tramite le credenziali SPID, CIE o CNS, seguendo l’apposita procedura telematica. In alternativa, si può contattare il numero verde INPS o rivolgersi a un CAF.
Come funziona e a chi spetta l’assegno unico universale
L’Assegno Unico Universale, richiedibile a partire dal settimo mese di gravidanza o anche in caso di adozione, è stato istituito per semplificare le procedure di assistenza alle famiglie, un po’ come avviene per alcune forme di welfare che non sono soggette a tassazione.
L’assegno unico si applica a lavoratori dipendenti (pubblici e privati), lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati. L’INPS lo eroga per i figli a carico nelle seguenti situazioni:
- Figli minorenni, dal settimo mese di gravidanza
- Figli maggiorenni fino a 21 anni che:
– Studiano (università, scuola, formazione professionale)
– Fanno il servizio civile
– Lavorano con reddito sotto 8.000 euro annui
– Sono disoccupati e cercano lavoro - Figli con disabilità, senza limiti d’età
Per ricevere l’Assegno, il richiedente deve soddisfare questi requisiti:
- Essere cittadino italiano o UE con diritto di soggiorno
- O essere cittadino non-UE con permesso di soggiorno di lungo periodo
- O avere un permesso di lavoro/ricerca di oltre 6 mesi
- Pagare le tasse in Italia
- Risiedere in Italia da almeno 2 anni e avere un contratto di lavoro di minimo 6 mesi
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Gli importi dell’Assegno Unico Universale
L’Assegno Unico Universale, a cui si affiancano il Bonus Bebè 2025 e altre iniziative assimilabili, varia in base all’ISEE della famiglia richiedente. Per quest’anno ci sono alcune importanti novità, tra cui la semplificazione delle procedure di richiesta (soprattutto per chi ha un ISEE inferiore a 25.000 euro) e un aumento delle somme.
Da febbraio 2025 la somma base sale a 57,45 euro al mese, mentre quella massima ammonterà a 200,99 euro per ogni figlio, con una rivalutazione dello 0,8%. In aggiunta, l’Assegno Unico Universale 2025 non incide più sul calcolo dell’ISEE, ma solo sull’accesso al Bonus Bebè 2025 e al Bonus asilo nido. Sono poi previste ulteriori somme per le seguenti categorie:
- Famiglie numerose
- Mamme di età inferiore a 21 anni
- Figli disabili
- Famiglie in cui entrambi i genitori lavorano
L’Assegno viene corrisposto a chi ne ha diritto tramite bonifico, sempre che sia stato indicato l’IBAN in fase di domanda, e in contanti presso il proprio ufficio postale. In ogni caso, è necessario presentare tutta la documentazione richiesta all’INPS. I documenti necessari sono i seguenti:
- Documento di identità e codice fiscale del genitore richiedente
- Codice fiscale del minore o dei minori per cui si richiede la prestazione
- Codice fiscale dell’altro genitore
- ISEE in corso di validità
- IBAN del genitore richiedente su cui effettuare il pagamento della prestazione
Requisiti e durata dell’Assegno Unico Universale 2025
L’Assegno Unico Universale può essere percepito fino al 21° anno di età di ogni figlio e viene erogato ogni mese. Per quanto riguarda l’ISEE non esiste una soglia massima: chi percepisce un reddito superiore a 40.000 euro può ricevere la somma minima. Tuttavia, a partire dal compimento dei 18 anni dei figli, l’assegno viene ridotto.
Assegno di maternità 2025
La Manovra ha confermato anche l’assegno di maternità 2025. Si tratta di un aiuto alle famiglie, rivolto a tutte le madri che non possono accedere ad altre modalità di sostegno, ad esempio l’indennità di maternità dell’INPS. Sebbene sia erogata proprio dall’INPS, viene però concessa dai Comuni.
La domanda deve essere presentata al Comune in cui si risiede insieme alla Dichiarazione sostitutiva in merito al proprio nucleo familiare e all’autocertificazione in cui si dichiara di non essere percettori di altri bonus maternità e di rispettare pienamente i requisiti richiesti.
Chi ha diritto all’assegno di maternità
Al momento l’assegno di maternità di base corrisposto mensilmente in caso di nuove nascite, affidamenti preadottivi e adozioni avvenuti durante tutto l’anno ammonta a 404,17 euro per cinque mesi (il totale è di 2.020,85 euro). Tuttavia, si attende la rivalutazione dell’INPS con un eventuale aumento.
Un altro parametro importante per accedere all’assegno di maternità è l’ISEE del nucleo familiare richiedente, che non deve superare la soglia di 20.221,13 euro. In aggiunta, bisogna anche:
- risiedere nel Comune che concede l’Assegno;
- convivere con il figlio per cui si è richiesto l’Assegno;
- essere cittadine italiane o avere un permesso di soggiorno regolare.
Bonus asilo nido 2025
Confermato il Bonus asilo nido anche per il 2025, dopo il potenziamento dell’anno scorso. Il contributo è pensato per alleggerire i costi necessari per l’iscrizione dei bambini ai nidi pubblici o privati.
Il bonus può essere richiesto da chi ha figli sotto i tre anni ed è residente in Italia. In più, è necessario presentare l’ISEE, che determina gli importi. Si va da 1.500 euro all’anno per chi ha un ISEE superiore a 40.000 fino a 3.000 euro per i nuclei con ISEE inferiore a 25.000 euro.
Congedo parentale
Il congedo parentale 2025 rappresenta un tema di grande interesse per genitori, lavoratori e aziende. Le recenti modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 hanno portato importanti novità, rendendo necessaria una guida completa e aggiornata per comprendere al meglio come funziona, chi ne ha diritto e come gestirlo.
Che cos’è il congedo parentale?
Il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro riconosciuto ai genitori per prendersi cura dei propri figli nei primi anni di vita. Questo diritto, regolamentato dal Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, si applica sia ai genitori biologici che ai genitori adottivi o affidatari.
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Congedo di maternità: è un periodo obbligatorio di 5 mesi per le lavoratrici (2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo), con un’indennità pari all’80% della retribuzione.
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Congedo di paternità obbligatorio: riconosciuto ai padri per un totale di 10 giorni retribuiti al 100%, da fruire entro i primi 5 mesi di vita del bambino.
Le novità del congedo parentale nel 2025
Con l’introduzione della Legge di Bilancio 2025, sono state apportate alcune modifiche rilevanti al congedo parentale facoltativo, soprattutto in termini di retribuzione e durata dei benefici economici.
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Retribuzione maggiorata all’80% per tre mesi A partire dal 2025, l’indennità massima dell’80% della retribuzione, in precedenza limitata a 2 mesi, è stata estesa a 3 mesi. Questa novità si applica solo se il congedo viene richiesto entro i primi 6 anni di vita del bambino.
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Indennità al 30% per i successivi mesi Dopo i primi 3 mesi, i genitori potranno beneficiare di una retribuzione al 30% per altri 6 mesi, rispettando comunque i limiti complessivi di durata del congedo.
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Congedo non retribuito Per i periodi di congedo eccedenti i mesi retribuiti, il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro, ma non percepirà alcuna indennità economica, salvo particolari condizioni reddituali.
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Tutele per i genitori unici In caso di genitori single, il diritto al congedo parentale complessivo è esteso fino a 11 mesi, garantendo un supporto più ampio in contesti familiari complessi.
La richiesta del congedo parentale deve essere effettuata tramite i servizi telematici dell’INPS. Per accedere alla piattaforma è necessario utilizzare uno dei seguenti strumenti di autenticazione:
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SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);
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CIE (Carta d’Identità Elettronica);
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CNS (Carta Nazionale dei Servizi).






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