Accordo governo-sindacati: in Germania 3000 euro una tantum e aumento di 200 euro mensili in busta paga!

Il sindacato dei lavoratori del settore pubblico tedesco ha concluso un importante accordo salariale con il governo, ponendo fine a una controversia di mesi che ha provocato numero scioperi e paralizzato i trasporti in Germania.

L’accordo, siglato il 22 aprile dal ministro dell’Interno Nancy Faeser e dal sindacato Ver.di (Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft, Unione dei sindacati del settore dei servizi), si applicherà a circa 2,5 milioni di lavoratori del settore pubblico: ogni addetto riceverà 3mila euro esentasse da qui al febbraio 2024 quale contributo una tantum per compensare l’inflazione, ha spiegato il ministero in una nota. Il primo versamento di 1.240 avverrà a giugno. Da marzo 2024, gli stipendi aumenteranno di 200 euro al mese, e in una seconda fase ci sarà un aumento del 5,5 per cento. L’accordo avrà una durata di due anni.

Ver.di, il secondo sindacato più grande della Germania dopo l’IG Metall, forte di oltre due milioni di iscritti, puntava ad un incremento salariale del 10,5%, ed ha annunciato l’avvio di un sondaggio tra i suoi membri con la Commissione salari, che prenderà una decisione definitiva il 15 maggio prossimo. Con il via libera a questo accordo di compromesso “abbiamo raggiunto la nostra soglia del dolore”, ha spiegato il leader di Ver.di, Frank Werneke.

L’impennata del costo della vita quest’anno ha portato ad alcuni degli scioperi tedeschi più estesi e partecipati degli ultimi decenni. Nel corso del 2022 i prezzi al consumo in Germania sono aumentati del 9,6%, negli ultimi mesi in Germania si è avuto un considerevole calo dei prezzi al consumo dopo che la crisi energetica di questo inverno si è rivelata meno pesante del previsto, e i problemi della catena di approvvigionamento si sono attenuati. “Questo accordo porta un notevole sollievo ai dipendenti. I pagamenti esentasse appariranno rapidamente nei portafogli”, ha sottolineato il ministro dell’Interno Nancy Faeser.

Ed in Italia che si fa? quando i sindacati che dovrebbero stare al fianco dei lavoratori si siederanno al tavolo con il governo?

Ed aggiungo, l’aumento delle buste paga non può prescindere dal calo dell’imposizione fiscale, che, già avviata dal governo con il taglio del cuneo fiscale fino al 5%, deve continuare a scendere per far si che restino maggiori risorse nelle tasche degli italiani, per garantire una ripresa dei consumi ed una ripresa degli investimenti.

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