Tassi di interesse ancora in aumento, a livello più alto dal 2001!

Tassi di interesse ancora in aumento per l’ottava volta consecutiva, ai massimi dal 2001. L’impatto sui mutui a tasso variabile è devastante e si prevede un’ulteriore aumento a luglio, nel tentativo di arginare l’inflazione nelle 20 nazioni dell’eurozona.

Il Consiglio direttivo ha deciso di aumentare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce, così come avvenuto nella scorsa seduta in maggio, confermando le attese degli economisti. (Un punto base equivale a un centesimo di punto percentuale).

Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale e i tassi di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale e sulla linea di deposito aumentano così rispettivamente al 4%, 4,25% e 3,50%.

Leggi anche: Bonus occhiali e lenti a contatto!

L’inflazione è al 6,1% nell’eurozona, mentre in Italia il dato più recente dice che era al 7,6% a maggio, in calo rispetto all’8,2% del mese precedente.

Crescita costante dei tassi

Dopo anni in cui sono rimasti sostanzialmente stabili (o negativi), nel 2022 i tassi di interesse decisi dalla BCE sono risaliti già a luglio dello 0,50%, a settembre di 0,75%, di altri 0,75% a ottobre e a dicembre di un altro 0,5%. Il 2023 è iniziato, poi, con un aumento dello 0,5% a febbraio e marzo, dello 0,25% a maggio e della stessa percentuale ora a giugno. Il tasso ora è a quota 4%. Sembrano certi altri aumenti dei tassi almeno fino a luglio.

La decisione sull’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce è arrivata un giorno dopo quella della Federal Reserve negli Usa, che invece ha deciso di lasciare invariati i tassi, lanciando un segnale che il ciclo di rialzi da parte delle banche centrali del mondo industrializzato potrebbe essere vicino al termine.

In Europa, tuttavia, l’inflazione nei 20 paesi Euro è attualmente più del triplo del 2% che la Bce ha per obiettivo. Per questo motivo, quello di giovedì potrebbe non essere l’ultimo rialzo da parte della banca, che intende così frenare la crescita dei prezzi, pur con il rischio di rallentare la crescita economica. “L’inflazione è in calo ma si prevede che rimarrà troppo alta per troppo tempo”, ha affermato la Bce nel comunicato che ha reso noto il rialzo di giovedì.

Leggi anche: le banche con i migliori tassi di interesse!

Mutui a tasso variabile

Per chi ha già un mutuo a tasso variabile, invece, la situazione cambia. Infatti, la rata in questo caso viene ridefinita periodicamente (di solito ogni mese) sommando lo Spread (che resta sempre lo stesso) all’Euribor del periodo di riferimento. Questo significa che se l’Euribor cresce di conseguenza anche la rata salirà. E l’Euribor è fortemente influenzato dal tasso di riferimento della BCE. Di quanto cresce la rata, dipende anche da quando si è stipulato il mutuo. Come sappiamo, infatti,  il piano di ammortamento alla francese, prevede che la rata sia composta da quote interessi decrescenti e da quote capitale crescenti. Quindi, tanto più si è avanti nel piano di ammortamento tanto meno effetto avrà sulla rata la quota interessi. Insomma, per chi ha iniziato il mutuo da un po’ di tempo la crescita del tasso Euribor ha un effetto meno marcato.

Per una persona che ha sottoscritto un mutuo variabile a gennaio 2023 di 100.000 euro durata 20 anni con uno spread del 2% e parametrato all’euribor 1 mese la rata è cresciuta da gennaio 2023 di 68 euro passando da 591 euro a 659 euro a maggio del 2023. Ed ora potrebbe crescere di altri 13,63 euro arrivando a 672 euro.

1 commento

Trackbacks & Pingbacks

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *